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14 February 2024

Un futuro sempre più Hi-Tech & Hi-Touch per luoghi abitati da persone, tecnologie e relazioni.

“Il retail fisico sembra vivere un momento di ripresa, dopo il boom straordinario che l’e-commerce ha registrato in pandemia. La centralità dell’offline si osserva su due piani: da un lato gioca brillantemente la partita dei consumi e dall’altro torna ad avere una posizione rilevante nei piani di investimento dei retailer. Così la vendita del futuro diventa sempre più hi-tech ma anche hi-touch. Le tecnologie di frontiera non sono l’unico aspetto chiave della trasformazione del retail. Il digitale diventa abilitatore di nuovi modelli di business che promuovono un’idea di consumo più consapevole; basti pensare al Circular Hub di Ikea o alla piattaforma di Second Hand di Decathlon”, ha affermato Elisabetta Puglielli (direttrice dell’Osservatorio innovazione digitale per il retail del Politecnico di Milano) in una recente intervista a Il Sole 24 Ore.

Online e Offline più vicini.
Intanto si è ridotto il divario tra gli andamenti online e offline. Anche in Italia il negozio vive un momento di rinascita: l’incidenza dell’online sul totale retail rimane ancora stabile all’11%. Fanno capolino i primi punti vendita completamente automatizzati in Italia: Dao a Verona e Gobag24 a Parma. Negozi di ridotte dimensioni, posizionati in punti strategici dello spazio urbano e dotati di una complessa infrastruttura tecnologica in grado di automatizzare l’intero percorso del cliente.
In Germania Rewe ha inaugurato due nuovi store automatici, realizzando modelli 3D per mappare i movimenti dei clienti e raccogliere in tempo reale dati di traffico e di vendita.

Persone, tecnologie, relazioni.
Per comprendere questa nuova era del retail ci sono tre temi da considerare: 
1_ In un mercato iperconnesso e disintermediato potenzialmente chiunque può essere un retailer e il punto vendita non è più detto sia il luogo in cui avviene la vendita.
2_ L’omnicanalità per la maggior parte dei retailer è insostenibile per via degli investimenti necessari e della volatilità del mercato.
3_ Il customer journey è diventato tridimensionale, fondendo tradizionali canali fisici con quelli digitali e virtuali e questo ha implicazioni notevoli sulle strategie di marketing.

Così la relazione dei consumatori si orienta su una molteplicità di piattaforme. Le persone conoscono un solo modo di costruire relazioni ed è lo stesso che utilizzano per le relazioni con i brand. Nella vita come nel mercato si attraversano sempre le stesse fasi: conoscenza, interesse, voglia di approfondire, azione e infine il passaparola decisivo che ci spinge a presentare amici o partner ad altri amici o a raccomandare prodotti e servizi di cui si rimane soddisfatti. L’innovazione tecnologica cambia i mezzi, ma la logica resta intatta. Così, in questa fase definita post-digitale la vendita tradizionale evolve e diventa tridimensionale, in cui oltre alla dialettica phygital a cui le aziende si stavano abituando, si aggiunge la dimensione immersiva tipica del virtuale.

Quindi, il negozio del futuro, anche quello fisico, diventa più tecnologico. Questa evoluzione si caratterizza tanto dietro le quinte a livello di logistica e operation, quanto sulla scena attraverso la robotica e l’implementazione di tecnologie come riconoscimento facciale, sensori di peso e movimento, specchi schermo intelligenti, realtà virtuale e aumentata. Uno dei casi più interessanti da backstage è Walmart, che ha implementato robot collaborativi per automatizzare la scansione degli scaffali e monitorare il livello degli stock, consentendo ai dipendenti di concentrarsi su compiti più strategici.

Una bussola per il futuro
1_ Implementare l’innovazione in modo graduale e interattivo.
2_ Ricordarsi che le persone si muovono senza soluzione di continuità e si aspettano che i brand siano in grado di seguirli in questo viaggio tridimensionale.
3_ Ridefinire continuamente la dinamica uomo-macchina, ottenendo il meglio dai due mondi.

AI dovrebbe essere acronimo di Intelligenza Autentica. Quanto piùil mondo si arricchisce di componenti tecnologiche, tanto più le relazioni umane, le connessioni emotive, la creatività, la capacità di governare l’ambiguità, saranno sempre più componenti chiave. Prima le persone, poi le tecnologie. Ancora una volta è sulla componente umana che si gioca la partita del futuro.

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