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Multimac implementa le migliori tecnologie di tracciabilità e visibilità all’interno dei flussi delle catene di approvvigionamento.
Mobile Computing per rendere informate le risorse umane in tempo reale, Cloud Labelling per la creazione del dato digitale su etichetta ovunque ci si trovi, Data Capture per l’acquisizione dati digitale in ogni nodo della Supply Chain, RFID per la migliore visibilità in tempo reale di prodotti e asset, Real Time Locating System per visualizzare in tempo reale gli spostamenti, Data Intelligence per la migliore gestione dei flussi attraverso lo studio dei dati acquisiti.

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Multimac Srl
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Codice fiscale: 01633140239
Partita IVA: IT01281830289
Sdi: M5UXCR1
Anno di fondazione: 1976
R.E.A. : PD – 196842

28 August 2023

L'adeguamento al passaporto digitale dei prodotti dell'Unione Europea richiede l’implementazione di nuove tecnologie per il controllo certo di filiera.

Le aziende avranno presto bisogno di passaporti di prodotto digitali per tutto ciò che si produrrà, acquisterà, si venderà e si spedirà, come parte del Green Deal dell'Unione Europea (UE) e del Piano d'Azione per l'Economia Circolare. L'intento è quello di garantire che tutto, dalle materie prime ai prodotti finiti, possa essere tracciato durante l'intero processo produttivo e che si possa fornire la conferma che i prodotti sono conformi agli standard e alle normative di qualità e sostenibilità stabiliti. Di conseguenza, dovremmo assistere a un elevato livello di trasparenza e sostenibilità lungo le catene di fornitura.

Ciò che rende tutto questo ancora più interessante è l'opportunità di aumentare la fiducia dei consumatori nella sicurezza e nella qualità di prodotti come batterie, elettronica, cosmetici e farmaci che possono essere sensibili alle condizioni ambientali.

Con la legislazione sul passaporto digitale dei prodotti (DPP), nello specifico, si dovranno mettere in atto alcuni sistemi fondamentali per aumentare la visibilità della propria catena di fornitura, per dimostrare la sostenibilità e la circolarità dei prodotti e dei processi. Si dovrà anche essere trasparenti sulle misure di monitoraggio/controllo della qualità. Anche se all'inizio questi cambiamenti possono sembrare pesanti, in realtà renderanno la vita molto più facile di quanto si possa pensare.

Se consideriamo cosa fa soffrire di più in questo momento le aziende, ci sono le perdite di prodotto in cima alla lista, e anche la sfiducia dei clienti nei confronti del marchio. Questo perché, come altre aziende della catena del freddo, si è faticato a dire con assoluta certezza che i prodotti - e le materie prime in essi contenute - sono rimasti in ambienti ben controllati per tutta la loro vita. Anche se i partner della catena di approvvigionamento fanno ogni sforzo per mantenere la temperatura, l'umidità e altro ancora adeguati in ogni ambiente di produzione, stoccaggio e trasporto, come si fa a sapere con certezza che non c'è stata una deviazione? L'interpretazione del livello di calore o di umidità in un luogo è molto soggettiva. Ognuno percepisce le cose in modo diverso.

Ciò significa che si può sapere - e dire - con certezza di aver mantenuto il pieno controllo dell'ambiente di un prodotto, e il pieno controllo di un prodotto, solo se si utilizzano determinate tecnologie per monitorare la posizione, il movimento e l'esposizione ambientale del prodotto dall'inizio alla fine.

Ad esempio, per garantire che la catena del freddo degli articoli rimanga inalterata, si dovrà aggiungere sensori ambientali all'imballaggio dei prodotti, ai pallet e/o ai veicoli di trasporto per monitorare le temperature e i livelli di umidità lungo il percorso, che avviseranno di eventuali deviazioni. In questo modo stakeholder, clienti, partner e management, potranno sapere che i prodotti sensibili dal punto di vista ambientale sono rimasti entro parametri accettabili durante tutto il percorso della catena di fornitura. Inoltre, si potrà sfruttare l'RFID per confermare con esattezza dove si è fermato un prodotto, per quanto tempo è rimasto lì e persino chi lo ha maneggiato (in caso di domande sul perché sia rimasto fermo da qualche parte un po' troppo a lungo).

I cambiamenti fondamentali dettati dal DPP che si dovranno apportare avranno un ampio impatto positivo sull’attività. Darà l'opportunità di ottenere una visibilità completa sulla propria catena di fornitura e di darla agli altri. Non solo sulla sostenibilità o sulla circolarità, ma anche sulla qualità. Inoltre, una volta che si avranno messo in atto i sistemi di conformità al DPP, non si dovrà fare molto di più, o aggiungere molto di più allo stack tecnologico, per risolvere molti altri problemi aziendali, come le perdite di inventario evitabili, le emissioni eccessive e altro ancora.

In effetti, in alcune parti del mondo (non regolamentate come l'UE), ci sono aziende che aggiungono questi sensori solo perché è una buona pratica commerciale.

I sensori aiutano a ridurre drasticamente il rischio di spreco o di deterioramento delle scorte, riducendo le probabilità che qualcuno butti via un prodotto perfettamente buono per il sospetto di un'escursione termica. Possono anche aiutare a ripristinare la fiducia dei clienti che sono diventati diffidenti sulla gestione dei prodotti durante il trasporto e lo stoccaggio, in particolare dei beni di consumo e della catena del freddo. È possibile che le temperature non siano salite o scese al di sotto di quanto indicato dagli indicatori, ma si potrà sapere con certezza se i prodotti sono rimasti stabili solo se si fa riferimento a un sensore ambientale che registra la temperatura nel tempo.

Naturalmente, la legislazione DPP segna anche un significativo passo avanti nel miglioramento della sostenibilità delle catene di approvvigionamento dell'Unione Europea (UE), poiché il ruolo che i sensori ambientali svolgeranno nell'aiutare a proteggere le merci dal deterioramento o dallo spreco contribuirà in ultima analisi a una rete di catene di approvvigionamento più etica e sostenibile. Meno prodotti che vanno a male, meno rifiuti in discarica.

FASE UNO: VALUTARE E COMPRENDERE LA VOSTRA CATENA DI FORNITURA

Il primo passo fondamentale è condurre una valutazione completa della propria catena di fornitura. Bisogna comprendere a fondo il flusso dei materiali, i processi di produzione e i canali di distribuzione. Bisogna identificare i punti di contatto critici in cui l'integrazione dei passaporti digitali dei prodotti fornirà il massimo valore all’azienda. È importante capire che, se da un lato l'obiettivo del DPP è quello di generare catene di fornitura e prodotti più sostenibili, dall'altro offre l'opportunità di estrarre ulteriore valore aziendale sotto forma di maggiori livelli di protezione del marchio, processi semplificati e visibilità della catena di fornitura e maggiore fiducia dei consumatori.

Le piattaforme di prodotti connessi, possono svolgere un ruolo cruciale nella mappatura della catena di fornitura e aiutare a compiere questo primo passo, e non solo; soluzioni di serializzazione e tracciabilità che consentono di tracciare i prodotti e raccogliere dati in tempo reale. Consentono inoltre di monitorare e gestire la catena del valore attraverso l'uso di identità digitali di prodotto (DPP).

FASE DUE: IMPLEMENTARE SOLIDI SISTEMI DI GESTIONE DEI DATI

Per conformarsi alla legislazione sul DPP, le aziende hanno bisogno di solidi sistemi di gestione dei dati in grado di tracciare e archiviare le informazioni lungo tutto il percorso della catena di fornitura. Le aziende all'avanguardia in materia di DPP stanno investendo in tecnologie in grado di acquisire e gestire senza soluzione di continuità i dati provenienti da varie fonti, tra cui l'ERP, il sistema di gestione del magazzino (WMS) e vari sistemi di e-commerce, oltre ai sensori ambientali che rilevano i dati relativi a temperatura e umidità. L'espansione e il collegamento di questa infrastruttura di dati sarà fondamentale per generare DPP accurati e garantire la conformità agli standard di qualità e sostenibilità.

TERZA FASE: INTEGRARE I SENSORI AMBIENTALI NELLA CATENA DI FORNITURA

I sensori ambientali sono fondamentali per salvaguardare i prodotti sensibili all'ambiente. La Cold Chain Federation stima che le escursioni di temperatura nella catena del freddo possono costare alle aziende fino al 20% del loro fatturato annuo, comprese le spese per la sostituzione dei prodotti, i rimborsi ai clienti e i danni alla reputazione. Bisogna incorporare questi sensori nelle fasi critiche della catena di fornitura per tracciare e registrare continuamente le condizioni dei prodotti, e Collaborare con i fornitori e i partner logistici per identificare le fasi critiche e integrare efficacemente i sensori nelle giuste sedi fisiche e con i giusti sistemi informativi.

Bisogna ricordare che i dati acquisiti e condivisi da questi dispositivi consentiranno di rilevare tempestivamente le deviazioni e i rischi potenziali, rendendo più facile garantire che i prodotti rimangano entro parametri accettabili. Infatti, un recente studio di Aberdeen Group ha rilevato che le aziende che monitorano e gestiscono attivamente i prodotti sensibili alla temperatura registrano una riduzione del 66% delle perdite di prodotto e degli sprechi inutili.

La realtà è che la legislazione DPP sottolinea la necessità di un monitoraggio accurato della temperatura e della documentazione delle condizioni di spedizione e conservazione lungo la catena di fornitura. Per questo motivo GS1 ha aggiornato i propri standard per includerli nell'EPCIS 2.0, uno standard a cui i più grandi retailer e le aziende stanno puntando nell'ambito dei loro obiettivi generali di tracciabilità e sostenibilità.

QUARTO PASSO: STABILIRE PARTNERSHIP COLLABORATIVE

La preparazione all'era del DPP richiede collaborazione e partnership con gli stakeholder di tutta la catena di fornitura. Impegnatevi con tutti i fornitori, i produttori, i fornitori di logistica e i clienti per garantire una perfetta integrazione e condivisione delle informazioni. Le partnership faciliteranno lo scambio di dati e consentiranno quella visibilità "in tempo reale" necessaria per una vera eccellenza operativa.

QUINTO PASSO: FORMARE I DIPENDENTI E PROMUOVERE UNA CULTURA DELLA CONFORMITÀ

La preparazione al DPP va oltre l'implementazione tecnica, ma richiede anche una forza lavoro ben formata e informata. Bisogna istruire i dipendenti sui requisiti del DPP e sull'importanza della conformità, promuovere una cultura della responsabilità all'interno dell’organizzazione, sottolineando l'importanza di una raccolta dati accurata, della documentazione e del rispetto degli standard di qualità e sostenibilità, fornire programmi di formazione per garantire che i dipendenti comprendano il loro ruolo e le loro responsabilità nell'implementazione e nel mantenimento dei passaporti digitali dei prodotti.

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